Autore: Salvatore Cesario
Una raccolta di racconti; ma, forse, soprattutto, una riflessione, frammentaria e quasi impercettibile, sul raccontare; riflessione nascosta nelle pieghe dei racconti stessi, soprattutto del primo, confronto d’amore all’americana; più dispiegata in alcuni saggi minimali, quasi solo incipit di possibili saggi, in cui, però, si staglia intero il profilo della proposta.
Una riflessione sul raccontare, sulle sue promesse (terapeutiche), tutte mantenute, in modo diverso a seconda delle circostanze: una straordinaria “compensazione” là dove è mancato un intervento diagnostico e farmacologico adeguato delmedico; di fronte alla possibilità dell’esito estremo, la forza e, soprattutto, la curiosità di vedere come andrà a finire…
E la sperimentazione della finzione nel senso che le dà Giampaolo Lai quando usa i predicati finzionali (quelli al tempo futuro, al modo congiuntivo e condizionale… credo, spero… come se…), allorché essi superano in una microsequenza il 13 % del totale dei predicati, come indicazione che probabilmente siamo in presenza di un’“apertura all’universo del possibile”; sperimentazione fatta in corpore vivo e che interessa problemi cruciali della psicoanalisi e della psicoterapia in generale.
Ad esempio…
1. È possibile un’anamnesi – dei famosi primi tre anni di vita presunti
imprinting imprescindibile.. e, via via retrodatando, addirittura degli ultimi mesi di vita intrauterina – fondata su basi storiografiche sicure? Ma sappiamo che tali basi sono sempre problematiche come segnala l’ultimo titolo di Carlo Ginzburg, Rapporti di forza (Feltrinelli, 2000), in cui riecheggiano i “giochi di forze” che, secondo Freud, sono capaci solo di precarie “formazioni di compromesso”?
2. È meglio evitare di porre al centro del lavoro psicoanalitico o psicoterapeutico tout court la costruzione o ricostruzione di anamnesi sotto ogni cielo sempre enormemente complesse, pur consapevoli delle inaccettabili limitazioni poste dall”hic et nunc” che rinuncia, non solo alla conoscenza del passato, ma anche di quel che avviene, oggi e qui, nella cosiddetta “scatola nera” della mente o dell’anima? (L’“hic et nunc” rinuncia, inoltre, a quella “temporalizzazione” che Binswanger, toltala a Heidegger, ha passato ai futuri antropoanalisti e a tutti noi).
3. È più opportuno mettere, invece, al centro del lavoro psicoterapeutico l’invito al finzionale, cioè tutti i “processi” (= tecniche) capaci di attivare nel presente del paziente, un’apertura al suo futuro – trascurando, quindi, fin dove è possibile il suo passato – e, conseguentemente, uno schema relazionale alternativo a quello al quale egli si è fissato e che generalizza-trasferisce ovunque?
4. È possibile radicalizzare tale invito al finzionale e collocarlo nella Regola Fondamentale, che verrebbe a recitare più o meno così: “Associa su te stesso come se fossi un altro pur ricordandoti che de te fabula semper narrabitur”? Vedremo che l’autore proporrà la regola fondamentale così rivista e corretta, la praticherà anche con esiti diversi, ma laconsidererà improponibile al paziente di turno perché infatti-bile, freudianamente unendlich.
La letteratura sull’argomento è vastissima…
Download PDF File Morire-partire 0
Download PDF File Morire-partire 1
Download PDF File Morire-partire 2
Download PDF File Morire-partire 3
Download PDF File Morire-partire 4
Download PDF File Morire-partire 5
Download PDF File Morire-partire 6
Download PDF File Morire-partire 7
Download PDF File Morire-partire 8
Download PDF File Morire-partire 9
Download PDF File Morire-partire 10
Download PDF File Morire-partire 11
Download PDF File Morire-partire 12
Download PDF File Morire-partire 13
Download PDF File Morire-partire 14
Download PDF File Morire-partire 15
Download PDF File Morire-partire 16
Download PDF File Morire-partire 17