Autore: Salvatore Cesario
a) Identificazione-disidentificazione (17.11.’92)
Presento questa esperienza di sopralluogo perché molto interessante per molti versi ma, soprattutto, perché emblematica delle problematiche del ‘luogo’ in psicoterapia (più note e discusse sono le problematiche del ‘tempo’, sempre in psicoterapia).
La diagnosi di Flavio è ben nota: psicotico con associata sociopatia. Ha trentadue anni; da cinque, dopo una delusione amorosa, ha abbandonato il lavoro, ha cominciato a ossessionare alcune donne, compresi il loro coniugi, ad essere molto violento anche in casa, addirittura pericoloso (evidentemente a se e agli altri) etc.
Ricordo che, alla fine del primo incontro con me, una signora, che stava già uscendo dallo studio, ritornò sui suoi passi per confidarsi con una persona che, evidentemente aveva guadagnato la sua fiducia: mi disse che nel suo condominio c’era un problema etc. Si trattava di Flavio. Le dissi che ce ne stavamo già occupando. L’interessante è che questa signora era molto preoccupata della salute di Flavio e si dimostrava molto collaborativa, disponibile alle varie iniziative che avessero, eventualmente, dovuto coinvolgere il condominio. Ma, più interessante ancora, è il fatto che il problema di Flavio era diventato il problema, non solo della sua famiglia, ma anche del suo condominio. Per diventare, poco a poco, il problema del quartiere, poi della città.
Tale è il potere del problema di uno psicotico di diventare problema collettivo; tale la sua capacità di irradiazione che gli fa guadagnare luoghi psichici e sociali molto distanti dal domicilio di partenza; tale, tanto da sollecitare la domanda: “Ma qual è il suo domicilio di partenza?”