Autore: Salvatore Cesario
1. Che ne ha fatto Truffaut di Hitchcock, della sua magia (ipnosi)?
Le donne (per sineddoche: le loro gambe) sono magiche. Le gambe appaiono già nel primo lungometraggio di Truffaut, Les quatre cents coups, e sono quelle della madre che si sfila un paio di calze o scavalca a notte fonda il giaciglio del figlio (“in quel preciso istante le sue gambe sono illuminate dalla luce delle scale, finché non richiude la porta dietro di sé” [lettera a Roger Diamants, 5.4.’71, in A: 193]); “La donna è magica (la femme est magique)” l’afferma per primo Plyne, in Tirez sur lepianiste, il secondo lungometraggio; ma che dire delle “gambe nude” di Bernadette nel terzo, bellissimo cortometraggio, Les mistons? I libri, sostituto obbligato delle donne: per ragioni biografiche?, ma anche sociologiche — e quindi: la letteratura —, sono magici; i film
(sempre come sostituto etc) e quindi: il cinema, la storia del cinema, sono magici. Ma anche gli uomini, sono magici, tutto è magico, la vita (e la morte) è magica; come diceva Renoir, “La realtà è sempre fiabesca (féerique)” (F: 64 = 60), e Truffaut ne rimane straordinariamente affascinato (ipnotizzato) e ci affascina (ipnotizza) straordinariamente.
È, questo, forse, lo sviluppo più bello dell’opera di Hitchcock, il mago di cui abbiamo illustrato le prodezze ne La psicoanalisi e Hitchcock. Che cosa può imparare la psicoanalisi da Hitchcock.
Allora, per illustrare i rapporti — di influenzamento (ipnosi) — tra cineasta e allievi, presentammo Hitchcock incorporato e trasformato da Romher e Chabrol, gli autori del libro-pamphlet che lanciò Hitchcock come grande artista — e non solo come mago del brivido — in Francia e in tutto il mondo; qui presentiamo Hitchcock incorporato e trasformato da Truffaut, l’autore della famosissima intervista intitolata Il cinema secondo Hitchcock, voluta e, infine, realizzata da Truffaut anche per vincere le resistenze anti-hitchcockiane in America dove il libro dei suoi colleghi (Rohmer e Chabrol) aveva fatto poca breccia, forse perché “un po’ troppo intellettuale” (A: 119 e 121: lettere a Helen Scott del 20.6.’62 e del 5.7.1962).
Vi presentiamo Truffaut in modo parziale-partigiano, cioè: solo sotto l’angolo di visuale del suo rapporto con Hitchcock; beninteso: immerso all’interno della rete immensa di settant’anni di cinema che nessuno…
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