Autore: Salvatore Cesario
Pubblicato: Tecniche conversazionali n.31 (in press)
1) Preliminari
Quel che segue rassomiglia solo ad un resoconto mimetico.
Di che si tratta?
Qualche mese fa è uscito L’unica evidenza è che non c’è nessuna evidenza; la seconda del parte del volume contiene un altro scritto intitolato Direttività-non direttività. La veccia opposizione tra “approccio” direttivo e “approccio” non direttivo nell’epoca della riduzione a due della miriade degli approcci psicoterapeutici. I due testi sono stati pubblicati insieme sia per ragioni economiche sia perché convergono in un unico filone, quella della verifica delle psicoterapie.
Questo “pezzo” potrebbe equivalere ad un “corollario” al volume pubblicato.
Corollario nel senso che comunica avvenimenti ulteriori; avvenimenti non insignificanti perché consistono, tra l’altro, in una vera e propria “ricaduta” di un DOC che, nel volume, è stato predicato come guarito; corollario perché, sull’argomento della psicoterapia e della sua verifica, volens-nolens finirò col dire qualcosa che mi appare leggermente spiazzante.
Alcune notizie.
Prendo in psicoterapia Giovanni quando da molti anni è in cura farmacologia presso psichiatri illustri. Non condivido pienamente la diagnosi di DOC; eventualmente propenderei per quella di Depressione… Ma lascio fare. Così come lascerò che Giovanni vada contemporaneamente a fare una psicoterapia cognitivistica, suggeritagli dai suoi psichiatri. Mi accennerà alla cosa, ma non mi informerò mai in modo da saper più o meno “tutto” su questo tradimento potenzialmente interferente con la nostra relazione psicoterapeutica.
Il fatto è che, come vi ho già detto, Giovanni viene a me come ad una delle ultime sponde – mandato, peraltro, da un primario neurologo che mi conosce da anni – e soffre come raramente ho visto soffrire qualcuno. Di conseguenza, à la guerre comme à la guerre! …