- i cavalli di un carrozzella: la prima sera a Marrakech; la grande piazza è deserta (è l’ultimo dell’anno); saliamo su una carrozzella che ci fa fare il giro del centro; il cocchiere si accorge che siamo mezzo congelati; si ferma, sfodera una coperta sgargiante di colori (dominante il giallo)… È Marco, come sempre, ad attaccare bottone: questa volta anche con i cavalli.
Un frammento postumo: “Molte specie animali sono già scomparse; posto che anche l’uomo scomparisse, niente verrebbe a mancare nel mondo. Bisogna essere abbastanza filosofi per ammirare anche questo nulla (nil admirari)” (11[102]).(Marco accarezzerà anche altri cavalli.
Un frammento postumo: “Molte specie animali sono già scomparse; posto che anche l’uomo scomparisse, niente verrebbe a mancare nel mondo. Bisogna essere abbastanza filosofi per ammirare anche questo nulla (nil admirari)” (11[102]).E mi avviserà in tempo perché andato a ritroso, a rotta di collo, possa infine fotografarne uno mentre incede verso di me);
- a un artefice di utensili;
- a dei tessitori di tappeti. (I soffitti sono anch’essi tappeti);
- a degli acconciatori di pelli;
- alcuni ci hanno fatto entrare in medias res;
- a un modellatore di creta;
- al tizio che si fa prima pagare e poi si mette in posa;
- a un macellaio nel suo sgabuzzino;
- a un ragazzo che si è offerto di farsi fotografare…
Ahimè, un signore non ho fatto in tempo a pagarlo;
Non fu furto, ma visione, Lalibela: qui di seguito alcune fotografie di una delle dodici chiese scavate nella roccia dal re Lalibela che, dopo la caduta di Gerusalemme, decise di costruire una nuova città santa; sotterranea; quindi protetta dalla sua stessa invisibilità.
Si tratta di una chiesa monolitica: ricavata da un unico blocco di pietra preventivamente isolato con una trincea, in modo che solo il basamento restasse attaccato alla roccia madre. Una volta svuotato il volume interno, sia le facciate che gli ambienti interni furono scolpiti: porte, finestre, nicchie, marcapiani, volte, pilastri e capitelli.
“Guarda!”, mi dice Paolo.
“Che cosa?, dove?”, gli chiedo io che nulla vedo davanti a me; e dò inutilmente uno sguardo panoramico.
“Guarda meglio!”, Paolo insiste.
Ed ecco, quasi indistinguibile di primo acchito dalla superficie del terreno, questa bellissima chiesa sotterranea.
Una rivelazione!
Lenta e poi precipite!
Parlano di psicologia “del profondo”!